Il Cross-Linking Corneale: il trattamento che frena la progressione del cheratocono

L’importanza della diagnosi precoce per un trattamento efficace

Il cheratocono è una patologia oculare progressiva che interessa la cornea, la parte trasparente e anteriore dell’occhio. In condizioni normali, la cornea ha una forma regolare e leggermente convessa, fondamentale per garantire una corretta messa a fuoco delle immagini sulla retina. Nel cheratocono, invece, questa struttura si assottiglia e assume una forma conica irregolare, causando distorsioni visive sempre più marcate.

Il cheratocono è una malattia non infiammatoria che tende a manifestarsi in età giovanile, tra adolescenza e i 30 anni. In molti casi ha una componente genetica, ma può essere favorito anche da fattori come sfregamento frequente degli occhi, allergie oculari o alterazioni del collagene corneale.

Il cheratocono è una patologia evolutiva: non trattarla tempestivamente può significare dover ricorrere, negli stadi avanzati, anche a un trapianto di cornea.

Per questo motivo è importante fare attenzione ad alcuni sintomi come visione sfocata e distorta, aumento della sensibilità alla luce (fotofobia), peggioramento rapido del difetto refrattivo e difficoltà a tollerare le lenti a contatto tradizionali.

Il Cross-Linking (CXL) è oggi il trattamento di riferimento per bloccare o rallentare significativamente la progressione del cheratocono. Non serve a “guarire” la cornea nel senso di restituirle la forma originale, ma ne rinforza la struttura rendendola più stabile nel tempo.

Il Cross-Linking sfrutta l’azione combinata di riboflavina (vitamina B2) applicata sulla cornea e luce ultravioletta UVA.

Questa interazione crea nuovi legami chimici — i cosiddetti “cross-link” — tra le fibre di collagene corneale, aumentando la rigidità e la resistenza del tessuto.

Esistono due principali approcci:

CXL epiteliale-off: prevede la rimozione dello strato più superficiale della cornea per favorire la penetrazione della riboflavina. È il metodo standard e più consolidato.

CXL transepiteliale (epi-on): non richiede la rimozione dell’epitelio, risulta meno invasivo e con tempi di recupero più rapidi, anche se la sua efficacia può essere leggermente inferiore nei casi più avanzati.

Il trattamento dura in media 30–60 minuti ed è indolore grazie all’anestesia topica.

Il CXL rappresenta una soluzione efficace, soprattutto se eseguita nelle fasi iniziali o intermedie della malattia. I principali benefici includono:

• arresto o rallentamento della progressione del cheratocono,

• riduzione del rischio di interventi più invasivi, come il trapianto di cornea,

• mantenimento della qualità visiva nel lungo periodo,

• possibile miglioramento moderato della vista in alcuni pazienti.

 

Identificare il cheratocono nelle sue prime fasi è fondamentale. Attraverso esami specifici come la topografia corneale e la pachimetria, l’oculista può valutare la forma, lo spessore e l’evoluzione della cornea. Prima si interviene, maggiori sono le possibilità di preservare la vista e prevenire complicazioni future.

Il cheratocono è una condizione che può incidere in modo significativo sulla qualità di vita, ma oggi esistono strumenti efficaci per gestirlo. Il Cross-Linking corneale rappresenta un trattamento sicuro, scientificamente validato e in grado di stabilizzare la malattia nella maggior parte dei casi.

Presso Life Clinic offriamo percorsi diagnostici completi e trattamenti personalizzati per la gestione del cheratocono, con tecnologie di ultima generazione e un approccio centrato sul paziente.

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